Figure professionali

Guida di Mountain Bike

Le opportunità, i ruoli e le competenze nella professione

L’Italia è realmente il paese dove più di ogni altro si può sviluppare il cicloturismo fuoristrada: l’abbondanza di percorsi, la varietà di territori ed una vasta base di strutture turistiche con le quali è possibile instaurare rapporti di collaborazione reciproca.

La grande attenzione degli operatori turistici per le escursioni in mountain bike e le nuove liberalizzazioni delle attività professionali nell’ambito turistico offrono grandi opportunità ed interessanti sbocchi occupazionali a chi vuole diventare una Guida di Mountain Bike. Un ruolo attivo e determinante è svolto dall’Accademia Nazionale di Mountain Bike che ne ha delineato il profilo e promuove lo sviluppo di questa figura professionale attraverso sia corsi di formazione che un insieme di altre attività interessanti.

Volendo offrire alcune indicazioni sul ruolo della Guida, che costituiscono anche la base per lavorare con successo con i propri clienti ed offrire a loro il miglior servizio possibile, è bene dire che per condurre i clienti sul territorio è necessario affiancare ad una buona forma fisica anche una significativa capacità di organizzare, assistere, proporre e motivare. I clienti, con caratteri e motivazioni diverse, affidano alla Guida non solo il proprio tempo libero ma anche la propria sicurezza ed incolumità.

Il “pedalare” è quindi solo uno dei tanti aspetti dell’attività di Guida e certamente non il più importante: buone doti di interrelazione, l’attenzione verso gli altri, per le situazioni e i dettagli organizzativi, la correttezza, la capacità di proporre contenuti interessanti ed attraenti sono elementi fondamentali per la positiva riuscita dell’operato della Guida.

La Guida deve possedere anche una buona capacità di mediazione, indispensabile per stabilire gli equilibri e l’armonia necessari alla riuscita dell’evento che viene gestito. Non ci sono regole scritte o “pacchetti di comportamento” già confezionati: il carattere, costruito sulla sensibilità e sull’esperienza, genereranno l’agire e il positivo esito del lavoro.

Le escursioni collettive

I gruppi di persone che partecipano ad una escursione sono “organizzazioni complesse”, contemporaneamente possono essere membri della stessa famiglia, gruppi di amici, appartenenti a qualche associazione e così via. Si aspettano che la Guida a cui si affideranno per un’escursione o un viaggio sia un individuo attento, corretto, esperto e responsabile.

La figura della Guida e dei suoi collaboratori che entreranno in contatto con i gruppi dovranno stabilire subito una completa sintonia con loro. Questa fase è sicuramente tra le più importanti, un celebre detto recita: “non c’è mai una seconda possibilità di fare una buona prima impressione”.

Da questo punto in poi l’organizzazione, l’atteggiamento tenuto e le scelte fatte durante lo svolgimento dell’escursione saranno fondamentali. La Guida dovrà essere completamente autonoma, è la “spina dorsale del gruppo” e a lei fanno riferimento per la propria tranquillità le altre persone, anche nelle situazioni di emergenza. La Guida deve possedere l’attitudine a pensare in termini di gruppo, osservando continuamente le persone affaticate o in difficoltà, il tempo che cambia, il percorso, l’andatura, anticipando eventuali ostacoli ed imprevisti.

L’organizzazione dell’escursione

La Guida, attraverso un’attenta ricognizione, deve pianificare accuratamente il percorso, i dislivelli i tempi necessari, le difficoltà prevedibili, i punti di sosta, le vie alternative di ritorno, l’equipaggiamento necessario e le attrezzature tecniche necessarie:

definire il numero di collaboratori, in numero proporzionale alla complessità della gita ed al numero dei partecipanti previsti (solitamente 1 Guida ogni 6-8 persone).
saper controllare gli aspetti logistici: prenotazioni, orari, ecc.
saper produrre informazioni anche per i partecipanti, con indicazioni sull’equipaggiamento necessario, attrezzatura, difficoltà, tempi, ecc… anche attraverso la fornitura di documentazione tecnica del percorso proposto
saper interpretare i bollettini meteo, procurare i numeri di telefono del soccorso locale, le frequenze delle radio locali, effettuare riunioni, soprattutto col gruppo dei collaboratori. Anche se non si è ancora operativi, quanto più tutte le Guide conoscono ciò che si andrà a fare, tanto minori saranno i problemi di conduzione

Un’altra importante valutazione è la dimensione del gruppo che dovrà essere accompagnato e come la dimensione possa condizionare la conduzione. Ipotizziamo due “fasce numeriche” che definiscono due gruppi: il primo composto al massimo da 20/25 persone e il secondo composto da 40/50 persone.

Per il primo ci sono sicuramente meno problemi di conduzione, facile sarà il controllo visivo del gruppo, poche Guide, comunque non meno di cinque, saranno sufficienti. Per il secondo, invece, possiamo immaginare alcune problematiche organizzative:

  • la lunghezza della fila, con evidente difficoltà nel controllo visivo del gruppo nel suo complesso
  • la maggiore possibilità di ritardi iniziali
  • il maggiore rischio di incidenti
  • la probabile presenza di partecipanti poco disponibili a seguire le indicazioni e i consigli impartiti.

Perciò il gruppo delle Guide deve essere affiatato, per poter garantire una organizzazione dei ruoli e compiti sinergici e coordinati.

La conduzione (ruoli, compiti e comportamento)

La Guida responsabile dell’escursione
Prevalentemente resta al centro della fila, si riposiziona comunque dove lo ritiene maggiormente utile, facendosi costantemente vedere da tutti i partecipanti della gita, lungo tutta la fila. In caso di problemi ricorrenti si sposta man mano verso la fine della fila, laddove i problemi si accumulano più di frequente.

Controlla la correttezza dell’andatura, osservando tutti i partecipanti. Compatta sempre il gruppo, in caso di necessità spezza il gruppo in due tronconi (sempre che il numero di Guide presenti lo consenta), sempre in contatto visivo. La compattezza della colonna è tanto maggiore quanto più alte sono le difficoltà del percorso e cattive le condizioni meteo.

Si accerta sempre, soprattutto se il gruppo è numeroso, della presenza di tutti i partecipanti, alla partenza, all’arrivo ed ogni volta lo ritenga opportuno. Ha la responsabilità dell’uscita: decide quindi eventuali variazioni o modifiche al programma.

La Guida che conduce il gruppo
Starà davanti, senza farsi sopravanzare da alcun partecipante, regola l’andatura (con passo regolare e costante, soprattutto nel primo tratto, dove vi è la necessità di un lento riscaldamento…), adattandola al passo dei più deboli e lenti, segue il percorso stabilito, individua i percorsi alternativi di fronte a possibili imprevisti (buon “senso del territorio” e capacità di orientamento).

La Guida che chiude il gruppo
Qualcuno lo definisce un ruolo semplice e noioso. Ma la maggioranza degli intoppi si scarica sulla coda (affaticamenti, i lenti, piccoli infortuni, soste impreviste, ecc…) Materializza con la sua presenza la fine della fila (riferimento visivo importante per le altre Guide). Se possibile è sempre meglio affiancarlo con un’altra Guida, per rendere “più divertente” il ruolo ed alleviare a volte la monotonia del ruolo stesso, oltre che per migliorare le possibilità di assistenza. Trasporta il materiale di primo soccorso e il materiale tecnico e i ricambi.

Compiti degli altri collaboratori
Affiancare apripista e chiudipista. In caso di divisioni in tronconi ovviamente assumono ruoli di conduzione nei tronconi stessi (il Responsabile resta sempre uno, comunque). Distribuirsi lungo un passaggio impegnativo. Formare un gruppo per gestire eventuali necessità di “avanscoperte” (chiarire dubbi, attrezzare dei passaggi, ecc…). Forniscono inoltre una “spinta gentile” nei confronti dei più lenti e/o dei meno resistenti alla fatica. Collaborano nelle emergenze.

Sei una Guida di Mountain Bike o aspiri a diventarlo? Partecipa alle discussioni nel Forum degli operatori del turismo, racconta il tuo lavoro, incontra i tuoi colleghi, condividi le tue esperienze.

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