Lavorare all’estero: Cina

Al giorno d’oggi è opportuno – se ci si vuol far strada in ambito alberghiero e turistico – che si guardi anche oltre confine, soprattutto se si è giovani e adeguatamente formati. E’ necessario abbandonare l’idea di farsi spazio e trovare un lavoro “sotto casa”, idea malsana generata in questi ultimi anni da una certa faciloneria e, in particolar modo, dalla diffusione a tappeto in ogni angolo del Paese di università dedicate al turismo che hanno creato una serie di false aspettative e innescato nei più giovani l’idea che il turismo è ovunque e che le opportunità occupazionali risiedano nello stesso ambito territoriale in cui ci si forma.
In realtà non è così. Non lo è mai stato nel settore alberghiero e, a maggior ragione, non lo è in questi anni di crisi per l’Italia e l’Europa, anni in cui stiamo assistendo allo spostamento dello sviluppo in nuove aree del mondo.
Ecco perché bisogna guardare al “mondo del turismo e dell’hospitality” nella globalità geografica del mercato del lavoro, delle possibilità di crescita e di carriera professionale anche in Paesi molto lontani dal nostro.
In effetti se ci pensate bene l’Italia non è altro che una piccolissima terra se paragonata al pianeta!
E poi c’è sempre tempo per rientrare e godersi il lavoro nel nostro Paese, dopo aver completato il proprio bagaglio di esperienze all’estero.
Un Paese dai ritmi di crescita vertiginosi
Iniziamo così a conoscere alcune delle aree geografiche o Paesi a cui occorre prestare attenzione per il lavoro, iniziando dalla Cina.
La Cina appare agli occhi di molti occidentali l’ultima frontiera del mercato in cui è possibile realizzarsi in ambito lavorativo, poiché si tratta di un Paese che cresce ad un ritmo vertiginoso. Nel 1996 a lavorare regolarmente in Cina erano 180 mila stranieri e questo numero è ancora oggi in continua e rapida crescita. Ci sono circa 1500 aziende italiane in Cina, di cui addirittura più di 1000 nella sola circoscrizione consolare di Shanghai.
Le imprese italiane sono presenti in Cina per lo più sotto la formula giuridica degli uffici di rappresentanza, che nel territorio cinese fanno affari soprattutto nei seguenti settori:
● il 40% si occupa di manifatture e macchinari per le industrie e le attività commerciali;
● il 20% di meccanica;
● il 20% di consulenza e servizi;
● il 15% di ristorazione;
● il restante 5% di altro.
Cosa cercano le aziende cinesi
Le aziende cinesi cercano in particolare personale con un buon livello tecnico, linguistico e altrettante buone abilità nelle relazioni interpersonali. Per ampliare il ventaglio di opzioni durante la ricerca di un impiego, aiuta quindi la conoscenza del cinese, mentre per accedere poi agli impieghi meglio retribuiti occorre una conoscenza media del cinese mandarino.
Per quanto riguarda la lingua, è bene sapere che le lingue cinesi sono quelle del popolo Han, principale etnia della Cina, e sono parlate da più di un miliardo di persone. Circa il 95% della popolazione in Cina parla cinese, in opposizione alle lingue non cinesi quali il tibetano, il mongolo, il lolo, il miao e il tai.
Per farvi un’idea degli strumenti per la lingua cinese, potete visitare www.mandarintools.com.
La Cina può rivelarsi un universo difficile poichè ha una storia profondamente diversa da quella occidentale e, di conseguenza, la società, il mondo del lavoro e quello delle professioni sono mossi da meccanismi diversi da quelli occidentali. In passato le posizioni di controllo nelle fabbriche e nelle aziende erano occupate da funzionari di Partito e ancora oggi il recruiting di top manager, specie nelle imprese di Stato e nelle grandi imprese private, si basa sulla cooptazione e sulla nomina politica.
I canali più affidabili per trovare lavoro
I canali più sicuri per trovare lavoro oggi in Cina sono tre: le fiere internazionali, le società di ricerca del personale e quelle di consulenza. Per penetrare il mercato cinese è necessaria una formazione puntuale e approfondita e corsi come il Business China o i workshop settoriali indirizzati alle aziende e ai manager che vogliono aggiornare il loro personale possono aiutare.
E’ possibile caricare gratuitamente il proprio curriculum vitae sul sito www.italychina-jobs.org per poter mettere a disposizione la propria professionalità al servizio di aziende che operano con la Cina. Un consiglio sempre utile per chi si avvicina al mondo del lavoro cinese è quello di cominciare prima di tutto a comprendere le dinamiche culturali del Paese, oltre ai rudimenti della lingua.
Informarsi su mentalità e cultura aiuta
La cultura orientale è fortemente legata alla tradizione filosofica: per questo la conoscenza della mentalità, della psicologia, della storia e della filosofia di un Paese così complesso aiuta nell’approccio con le dinamiche del mondo del lavoro.
Ad esempio, sarà utile sapere che il contratto di lavoro – che in Europa ha una valenza vincolante – per i cinesi non è inteso come una accettazione definitiva di determinate condizioni ma è, al contrario, un accordo in divenire che può essere continuamente messo in discussione. Richiedi che sia specificata in forma scritta la durata del tuo contratto lavorativo, compresi eventuali periodi in prova. Se il tuo contratto ha una durata non superiore all’anno, il periodo in prova dovrebbe durare non più di un mese.
Orari di lavoro e contratti
La legge sul lavoro cinese stabilisce che l’orario lavorativo sia di 40 ore settimanali. In teoria, la settimana lavorativa standard va da lunedì a venerdì dalle 9 alle 18 ma, nella realtà, gli straordinari sono la norma. In Cina, tutti i lavoratori hanno diritto a tre periodi di ferie per la Festa nazionale, il Capodanno cinese e la Festa del lavoro. Assicurati che nel tuo contratto vengano specificate i giorni di ferie di cui disporrai. Sarebbe bene controllare i dettagli della retribuzione, le date di pagamento e la valuta in cui verrai stipendiato, le detrazioni in busta paga ed i termini in materia di straordinari e ferie.
Accertati anche che nel tuo contratto siano specificati eventuali incentivi come l’alloggio e le spese di trasferimento. Informati, infine, su quali sono le condizioni in base alle quali è possibile lasciare il proprio impiego e quali provvedimenti può prendere un’azienda che vuole terminare un contratto di lavoro in anticipo.
L’offerta contrattuale dipende dal fatto che tu sia assunto da straniero già sul posto o meno. Nel secondo caso, puoi sperare in una retribuzione di livello pari a quella dei Paesi occidentali o degli Stati Uniti e in tutta una serie di indennità: assistenza sanitaria di livello occidentale, copertura fiscale, copertura per spese di formazione o per l’apprendimento della lingua.
Se invece vieni assunto quando già ti trovi in Cina, la situazione muta profondamente e non puoi ambire che a una minima parte dei vantaggi che avresti nel caso in cui venissi mandato in Cina dalla tua azienda. La Legge sui contratti lavorativi, a cui possono fare riferimento tutti i lavoratori in Cina, è stata modificata il 1 gennaio 2008 ed in base a tale legge i contratti di lavoro vanno messi per iscritto entro un mese a decorrere dal primo giorno di lavoro del dipendente.
La legge regolamenta aree quali l’indennità di fine rapporto, i periodi di prova, i licenziamenti, i patti di non concorrenza e i contratti collettivi. Una traduzione in lingua inglese della legge può essere reperita sul sito della Camera di Commercio Americana di Shanghai www.amcham-shanghai.org. In caso di maltrattamento sul lavoro, per prima cosa sarebbe il caso di sporgere reclamo presso il tuo ufficio del personale, preferibilmente in forma scritta, con prove a suffragio del tuo caso. Se ciò non dovesse portare a nulla, rivolgiti a un avvocato. Se la tua azienda intende licenziarti per una qualche ragione è tenuta a darti un mese di preavviso, prima verbalmente e successivamente per iscritto nel caso di presunta inadempienza professionale.
Il permesso di soggiorno
Dovrebbe essere la tua azienda a occuparsi di tutte le incombenze relative al permesso di soggiorno. I permessi rappresentano una grande seccatura e se la tua azienda si rifiuta di occuparsene insisti affinché non debba essere tu a occupartene.
Esistono un gran numero di siti che propongono offerte di lavoro in Cina. Le aziende cinesi preferiscono ricorrere a siti locali come www.zhaopin.com, www.51job.com o www.chinahr.com. Alcuni di questi siti sono anche in lingua inglese, ma le inserzioni vere e proprie sono quasi sempre in cinese: per comprenderne pertanto i contenuti ti è richiesta una qualche conoscenza del mandarino.
Nel caso in cui tu stia già vivendo in Cina, puoi consultare gli annunci presenti nelle riviste in lingua inglese. Tali annunci sono rivolti agli stranieri, ma per la maggior parte riguardano contratti part-time o a progetto.
Il secondo passo è rappresentato dalla presentazione di una lettera in cui spieghi il perché sei qualificato per l’impiego che t’interessa e da una sintesi delle tue esperienze professionali. In Cina non vi sono regole formali riguardo alle lettere d’accompagnamento, ma sarebbe bene che il tuo cv includesse alcuni dati personali, esperienze lavorative, formazione, conoscenze e inclinazioni e obiettivi di carriera.
Considerato che i datori di lavoro cinesi danno grande valore alla formazione, sarebbe opportuno allegare alla domanda di assunzione il maggior numero di qualifiche di cui disponi. Qualora l’azienda o l’ente presso cui hai presentato domanda dimostri interesse nel confronti del tuo profilo è probabile che ti contatti per un colloquio telefonico.
Se si tratta di una grande azienda, probabilmente dovrai anche sostenere una serie di colloqui di persona. Come in un qualsiasi altro colloquio di lavoro, sii modesto ma mostra chiaramente le motivazioni e le qualità che fanno di te il candidato migliore per l’impiego offerto. Ovviamente, puoi anche provare a inserirti nel mercato del lavoro cinese come lavoratore autonomo o libero professionista, ma tieni presente che gli ostacoli da superare non saranno pochi.
Il primo ostacolo è rappresentato dal visto. Nel caso in cui non risieda già in Cina e ti occorrerà un permesso di lavoro, sarà molto più difficoltoso ottenerlo in assenza di un datore di lavoro che possa ottenerlo per te. Un modo di aggirare il problema è di recarsi in Cina prima in qualità di studente o accettare un qualunque lavoro in regola e poi cercare di modificare il proprio permesso di soggiorno una volta entrato nel Paese.
Per ottenere il visto muoversi in largo anticipo
La prima cosa di cui devi preoccuparti per poterti trasferire in Cina è ottenere il visto. A meno che non ti venga richiesto un semplice visto turistico, è opportuno cominciare raccogliere tutti i documenti necessari con largo anticipo. Due mesi è un periodo ragionevole, ma i tempi potrebbero anche essere più lunghi.
Per espletare la tua richiesta di visto, l’ambasciata cinese impiegherà normalmente una settimana, a condizione che tutti i documenti siano conformi e che non si presentino problemi di altra natura. Ricorda, però, che i visti per la Cina sono validi per soli tre mesi dalla data di rilascio. Possono essere rilasciati vari tipi di visto a seconda della natura del soggiorno nel Paese.
Per un soggiorno in Cina di lunga durata, bisogna presentare la certificazione emessa da un ente, fondamentale per provare alle autorità che non intendi prolungare il soggiorno in Cina oltre il tempo limite permesso dal tuo visto. Le tipologie di visto sono le seguenti:
– Luxing (Turismo): è un visto turistico che di norma permette di soggiornare nel paese per trenta giorni, ma possono essere accettate richieste per soggiorni più lunghi;
– Fangwen (Visita): viene rilasciato nei casi di brevi soggiorni di studio o d’affari e, per ottenerne uno, occorre una lettera d’invito da parte di un ente o azienda cinese ospitante. Sono visti validi solo per soggiorni della durata di non più di sei mesi, ma sono a disposizione anche visti per soggiorni più lunghi o per ingressi multipli;
– Renzhi (Lavoro): il visto viene rilasciato a chi si trasferisce in Cina per lavoro e, per ottenerlo, occorre una lettera d’invito da parte del datore di lavoro e un permesso di lavoro o il certificato di esperto straniero rilasciato dall’azienda di assunzione;
– Liuxue (Formazione di lunga durata): il visto viene rilasciato a studenti e tirocinanti che intendono soggiornare in Cina per più di sei mesi. Per ottenerlo, servono una lettera di ammissione e un modulo di domanda di visto da parte di un istituto formativo o azienda cinese;
– Dingju (Residenza): il visto è un permesso di soggiorno della durata non superiore ai dieci anni e viene rilasciato a chi pensa di risiedere in Cina a tempo indeterminato. Ottenere un visto è estremamente difficile e, di norma, viene concesso soltanto a chi ha già soggiornato in Cina per un periodo di tempo altrettanto lungo e ha apportato contributi rilevanti al Paese. Oltre ad ottenere un permesso da parte di un ente locale cinese, un altro obbligo è quello di presentare un quantitativo considerevole di documenti, tra i quali un certificato sanitario;
– Jizhe (Giornalista): viene rilasciato ai giornalisti stranieri ed è richiedibile nelle versioni breve termine e lungo termine. Per ottenerlo, occorre una lettera da parte del datore di lavoro e del Dipartimento per gli Affari Esteri. Qualsiasi attività giornalistica intrapresa in assenza di visto può portare all’arresto;
– (Transito): è un visto di transito e consente soltanto di fare scalo in un aeroporto cinese per poi proseguire verso un altro Paese. La domanda di visto va presentata all’ambasciata o consolato cinese più vicino;
Documenti richiesti per il visto
Per la richiesta di visto occorrono uno o più dei seguenti documenti:
● Passaporto valido per un minimo di sei mesi;
● un modulo di richiesta formale;
● una fototessera,
● una lettera d’invito da parte dell’ente o azienda che vi ospiterà;
● un certificato medico.
Per informazioni più dettagliate chiedete direttamente all’Istituto nazionale per il Commercio Estero di Shanghai. Generalmente rispondono presto ed in maniera esaustiva.
Trovare l’alloggio può diventare un incubo
Una volta in Cina, trovare un buon alloggio può rivelarsi un’esperienza esasperante. La procedura può essere complicata e le barriere linguistiche possono portare a veri e propri malintesi. Prevedibilmente, spesso gli stranieri finiscono col pagare più del previsto. Spesso sono i datori di lavoro o le agenzie apposite a trovare alloggio ai lavoratori immigrati.
Se il tuo datore di lavoro non ti fornisce un alloggio puoi ricorrere a un agente immobiliare. Tieni presente, tuttavia, che ricorrere a un’agenzia locale cinese può portare via molto tempo per problemi a livello comunicativo.
Talvolta vi è del personale che, oltre a non avere una sufficiente conoscenza dell’inglese o di altre lingue straniere per potere comunicare adeguatamente, si dimostra incapace di capire i bisogni della comunità straniera.
In base alle leggi cinesi, il pagamento della commissione all’agente immobiliare è a carico sia dell’affittuario sia del proprietario. Bisogna tener presente che il settore immobiliare in Cina non è ben regolamentato, pertanto è consigliabile assicurasi che gli agenti immobiliari a cui ci si rivolge siano in buona fede, poiché esistono agenti che provano a farsi pagare per il tempo impiegato e delle volte anche in anticipo.
E’ bene ricordare che non si è tenuti a pagare un agente che non è stato in grado di trovarci una sistemazione. Puoi anche contattare più di un agente allo stesso tempo, in modo da incrementare le tue possibilità di trovare la sistemazione più adeguata. Se non intendi pagare un agente immobiliare, puoi anche partire alla ricerca di un alloggio da solo. Le riviste per stranieri e i siti internet della città spesso contengono inserzioni immobiliari in lingua inglese.
Se parli cinese, la migliore soluzione probabilmente è quella di spulciare in uno dei numerosi siti cinesi dedicati al mercato immobiliare. Negli annunci su internet è in genere indicato se una sistemazione è offerta da un soggetto singolo o da una società. Queste ultime sono spesso più affidabili in tema di manutenzione, tuttavia potrebbero essere meno flessibili sui termini di affitto.
Inoltre, si deve tener presente che il prezzo di affitto spesso aumenta non appena il potenziale proprietario scopre di avere a che fare con uno straniero. Un buon modo di aggirare il problema è quello di chiedere a un amico o ad un agente cinese di concordare il prezzo di affitto prima che il proprietario scopra di avere a che fare con affittuari non cinesi.
La ricevuta fiscale per l’affitto percepito e le altre ricevute fiscali si chiamano fapiao e il proprietario le può emettere solo versando le tasse. La fapiao è ciò che ti serve se intendi usare detrarre il canone di affitto. A pagare le bollette di gas, acqua, elettricità e telefono è in genere l’affittuario. La spesa totale è mediamente pari a circa 65 dollari al mese. Queste possono essere pagate in un qualsiasi negozio di generi alimentari come anche in banca o presso un ufficio postale. L’elettricità viene fatturata mensilmente, mentre l’acqua ogni due mesi.
L’acqua di rubinetto non è potabile e va bollita prima di essere bevuta. Il nostro consiglio è di usare i distributori d’acqua e filtri. Il gas viene fatturato ogni due mesi. Telefonia e internet vengono fatturati mensilmente. L’addebito per Internet è riportato in una bolletta specifica. L’installazione di una connessione internet veloce costa in genere 45 euro più un canone mensili di 12 euro.
Un’esperienza che fa bene al curriculum
Vivere un’esperienza lavorativa in Cina rappresenta, comunque, un elemento positivo per il proprio cv, in quanto si dimostra disponibilità a lavorare a contatto con una cultura diversa e a conoscere un mercato differente. Con l’aumentare del peso della Cina nel mondo economico, un periodo trascorso lì rappresenta sicuramente un investimento solido per il futuro.
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