Il turismo, settore di fondamentale importanza per l’economia globale, è in costante trasformazione. L’avvento di nuove tecnologie e l’aumento della consapevolezza su temi ambientali e sociali stanno, infatti, catalizzando un […]
È soprattutto il sogno dei giovani che amano viaggiare. Lavorare nel Turismo significa coniugare le proprie passioni con l’esigenza di trovare un’occupazione. Ecco perché esercitano un indubbio fascino quelle professioni che permettono di operare nel mondo dei tour operator e delle agenzie di viaggio, nei villaggi turistici, nelle compagnie aeree e in tutte le attività legale all’ospitalità alberghiera.
Sono 284 milioni i posti di lavoro che travel e turismo producono oggi nel mondo. Nel 2015 il numero è aumentato di 7,2 milioni di unità rispetto all’anno precedente, e ciò significa che attualmente 1 su 11 posti di lavoro nel mondo è generato – direttamente o indirettamente – dal turismo. Certo è che coloro che cercano un’occupazione nel settore turistico trovano terreno fertile nell’Unione Europea: operano in tale contesto oltre 1,8 milioni di piccole e medie aziende, con in incidenza sul Pil (Prodotto interno lordo) e sull’occupazione con percentuali che oscillano tra il 5% e il 5,2%.
Significativi i dati dell’Unwto(Organizzazione mondiale del turismo): nel 2014 ben 582 milioni dei 1,133 miliardi di arrivi registrati a livello internazionale hanno interessato l’Europa, ossia il 51% del mercato globale (con una crescita pari al + 3%).
284 milioni i posti di lavoro nel mondo
1 su 11 posti di lavoro nel mondo è generato – direttamente o indirettamente – dal turismo
Il Vecchio Continente resta dunque la prima destinazione turistica al mondo, nonostante le stime prevedano una crescita più lenta per il futuro: da oggi al 2030 si stima un incremento del + 1,8% pari a 744 milioni di turisti, seppur con una contrazione del mercato (41,1%).
In ogni caso ci sono i margini non solo per continuare a crescere, ma anche per far sì che le previsioni diventino più rosee per il futuro, anche grazie a una serie di misure varate dall’Unione europea, destinate – anche e soprattutto attraverso l’innovazione – a favore benefici indiretti e indotti al comparto turistico. Ad oggi il turismo è il settore che crea il maggior numero di posti di lavoro, sebbene la crisi economica e l’allarme terrorismo abbiamo inciso negativamente sui trend di crescita.
I dati sull’occupazione turistica in Italia
Naturalmente anche l’Italia gioca e può continuare a giocare un ruolo di prim’ordine: se nel 2014 gli arrivi hanno toccato quota 48,6 milioni, nel 2015 – rivela l’Enit, l’Agenzia nazione del turismo – si è sfondata la barriera dei 50 milioni di presenze (50,7) con un incremento pari al 4,4%.
Incoraggianti anche i primi dati del 2016, mentre le statistiche Istat relative all’anno 2015 parlano di un deciso consolidamento della crescita: rispetto all’anno precedente gli arrivi hanno toccato quota 53,3 milioni (+3,3%), mentre i pernottamenti sono stati superiori ai 190 milioni, con un incremento pari al 2%.
Buono l’impatto economico del settore turistico: sempre nel 2015 in Italia (fonte: Wttc) viaggi e turismo hanno generato 167,5 miliardi di euro, con un’incidenza sul Pil pari al 10%, garantendo occupazione a 2.609.000 di persone (11,6% degli occupati nel Bel Paese).
Occupazione Turistica: 2.609.000 unità (diretti e indiretti);
Incidenza sull’intera occupazione nazionale: 11,6%
Le prospettive sono dunque incoraggianti: il settore viaggi e turismo anche in un futuro può rappresentare una risorsa importante per il nostro Paese. Lo dice anche Eurispes: l’incidenza del comparto turistico sul Pil potrebbe raddoppiare nel giro di un decennio.
Lavorare nel turismo e l’ospitalità: questo è un Paese per giovani
Interessanti anche i trend sul fronte dell’occupazione giovanile: il Rapporto dell’osservatorio sul mercato del lavoro del turismo in Italia, datato 2014, indica il comparto turistico e alberghiero tra quelli che maggiormente offrono opportunità lavorative: il 63% degli occupati tra ristoranti, alberghi, agenzie di viaggio, tour operator e quant’altro sono giovani.
Circa 600mila dipendenti hanno meno di 40 anni, mentre altri 350mila hanno un’età al di sotto dei 30 anni. Altro aspetto da tenere in considerazione: due terzi dei lavoratori under 40 (67%) hanno un contratto di lavoro a tempo indeterminato.
Contratto a tempo indeterminato per due terzi dei lavoratori con me di 40 anni
In questa fare è il comparto alberghiero quello che fa registrare un tasso di occupazione maggiore, mentre quello ricettivo è attualmente caratterizzato da una minore spinta propulsiva ( ma in un quadro comunque confortante rispetto ad altri settori dell’economia).
Detto questo, è bene precisare che per trovare lavoro non è di certo sufficiente proporsi alla prima azienda senza avere la minima idea di cosa si stia parlando.
Le carte vincenti: passione e formazione
Per lavorare nel turismo occorre una buona preparazione culturale di base, titoli possibilmente specialistici, oltre naturalmente all’intraprendenza e allo spirito di sacrificio: è il caso di ricordare, infatti, che quella che per gli altri è una vacanza, per voi è un lavoro (o potrebbe diventare tale).
Alcune professioni richiedono una forte mobilità (bisogna essere disposti a viaggiare), altre di adattarsi a periodi caratterizzati da carichi di lavoro elevati ed altri sostanzialmente “morti”. Occorre anche un altro ingrediente fondamentale: la passione per i viaggi e il turismo. È il motore di tutto: chi non l’ha non può consigliare un viaggiatore oppure organizzargli un viaggio; chi non ha passione non può affrontare i momenti critici e nevralgici che si presentano periodicamente durante l’anno.
Ma un luogo comune va comunque sfatato: non è vero che chi opera nel turismo è sempre in viaggio, in giro per il mondo. Spesso e volentieri le professioni turistiche non richiedono affatto spostamenti: si può organizzare una vacanza restando nell’agenzia di viaggi della propria città, oppure – grazie all’avvento del web – restando comodamente a casa propria. Idem se si lavora in hotel.
Certo, le possibilità di viaggiare in alcuni casi non mancano, per giunta anche gratuitamente; ad esempio un tour operator o un ente può invitare a visitare e conoscere una località da vendere nella propria agenzia.
Ma la priorità per chi lavora nel turismo è quella di far viaggiare gli altri o accogliere i turisti. Compito di Lavorare Turismo è quello di aiutare gli interessati a orientarsi e a trovare il lavoro in sintonia con i propri desideri e aspirazioni.
Job in Tourism: le figure professionali
Ma quali sono le professioni nel settore turistico e nel comparto alberghiero? L’Istat le raggruppa in due macro categorie: ci sono quelle nei servizi pubblici e alla persona (guide turistiche, addetti nelle attività ricettive, agenti di viaggio, ecc.) e quelle qualificate nelle attività commerciali e dei servizi, come ad esempio i direttori di albergo o i cuochi e i camerieri.
Andando nel dettaglio troviamo:
- Tecnici addetti all’organizzazione e al controllo della produzione;
- Tecnici delle attività ricettive ed assimilati (Assistente food and beverage; Coordinatore prenotazioni; Maître; Promoter turistico; Responsabile di sala; Room division manager);
- Tecnici dell’organizzazione di fiere, convegni e assimilati (Organizzatore congressuale);
- Agenti di viaggio ( Agente di viaggio; Operatore turistico; Programmatore turistico; Tecnico agenzia viaggio; Produttore venditore vacanze; Responsabile organizzazione viaggi; Tecnico ufficio turistico);
- Guide ed accompagnatori specializzati (Accompagnatore turistico; Assistente turistico; Guida turistica);
- Gestori e responsabili di piccole imprese negli alberghi e pubblici esercizi (Gestori di ristoranti; Direttori d’albergo);
- Addetti alla ristorazione e ai pubblici esercizi ( Cuochi in alberghi e ristoranti; Addetto organizzazione servizi di cucina, Aiuto cuoco, Aiuto pizzaiolo, Chef, Commis di cucina, Cuoco, Cuoco pasticcere, Gastronomo, Pizzaiolo; Camerieri ed assimilati: Addetto bar-ristorante, Addetto ai servizi ristorazione aziendale, Addetto servizio catering, Banconiere di tavola calsa, Cameriere, Cameriere ai piani, Cameriere di bar, Cameriere di bordo, Cameriere di mensa, Commis di sala bar, Sommelier, Baristi e assimilati: Addetto servizio bar, Banchiere di pasticceria, Barista, Gelataio).
Le nuove professioni nel turismo e nell’hospitality
L’elenco non si esaurisce di certo qui: il web e i social network hanno di fatto concepito nuove professioni e attività che spesso e volentieri vanno oltre il lavoro dipendente: si pensi a coloro che creano le app, al social marketing, allo storytelling legato alle destinazioni turistiche, al turismo esperienziale, ai servizi di booking, alla disintermediazione dell’offerta e via discorrendo.
In questo nuovo contesto assume particolare importanza la comunicazione (soprattutto in ambito social) e la conoscenza delle lingue straniere. Mentre nel settore alberghiero e ricettivo spiccano, tra figure professionali più richieste, quelle dei revenue manager, chiamati ad ottimizzare le entrate di una struttura attraverso tariffe dinamiche e la scelta dei canali distributivi più opportuni.
Revenue manager, esperti di social marketing e guest relations: ecco alcuni dei misteri più innovati
Sempre nel mondo dell’ospitalità e dell’hotellerie trovano sempre più spazio – soprattutto nelle strutture di fascia alta – figure quali il maggiordomo e il guest relations. Rappresentano la naturale evoluzione di figure quali il concierge, il capo ricevimento o la governante.
Sono quindi tante le strade che portano a un’occupazione nel settore turistico-alberghiera. Resta solo da scegliere quella che si ritiene più idonea da percorrere in base alle proprie aspirazioni, fermo restando la necessità di formarsi in maniera adeguata.
L’offerta formativa in Italia nel turismo, nell’Industria Alberghiera e della Ristorazione
Enti pubblici e privati e scuole di settore propongono Corsi di specializzazione, seminari e Master di alta formazione in ambito turistico alberghiero a getto continuo. Organizzano eventi e percorsi formativi mirati, capaci di soddisfare ogni singola o particolare richiesta proveniente dal mercato del lavoro. Anzi, spesso – anche attraverso gli stage – si affiancano o si intrecciano alle realtà lavorative, creando di fatto corsi preferenziali che conducono dritte al sospirato posto di lavoro.
Importante anche il contributo delle Università per il turismo: l’offerta formativa italiana prevede una sessantina di corsi di laurea fra triennali e magistrali. Nelle scuole superiori suscitano interesse crescente l’istruzione professionale su enogastronomia e ospitalità alberghiera e l’istruzione tecnica a indirizzo turistico.
Tra le innovazioni – una sorta di via di mezzo tra il diploma e la laurea- spiccano gli Istituti Tecnici Superiori in ambito turistico: sono corsi biennali post diploma orientati verso la pratica: sono previste mille ore di tirocinio in azienda rispetto alle 2mila ore di formazione complessive previste.