Nuovo contratto di lavoro nel settore turismo, cosa cambia per imprese e dipendenti
Migliorare qualità dei servizi offerti per rendere le imprese più competitive. Facendo leva su una formazione più incisiva delle risorse umane.
Questo, in sintesi, l’obiettivo del nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro per i dipendenti delle aziende del comparto turistico, dei pubblici esercizi e della ristorazione.
L’intesa è stata messa nero su bianco lo scorso mese di marzo 2022 da FederTerziario, FederTerziario Turismo e Ugl, con l’ausilio di Ancl-Associazione Nazionale Consulenti Lavoro.
È stata concepita per aiutare il settore turistico a uscire da una crisi economica che, complice la pandemia, sta mettendo a dura prova le imprese che ruotano nel mondo del turismo.
Per dare una scossa a tutto il settore si punta con decisione sulla formazione continua e di qualità. Mettendo al centro l’innovazione tecnologica.
Le chiavi della ripresa: personale qualificato e innovazione tecnologica
Il nuovo accordo sul CCNL si presenta più snello e flessibile rispetto al passato. E forse mai come stavolta punta deciso sulla qualificazione professionale delle risorse umane.
Il ragionamento dell’accordo raggiunto è semplice e lineare. Per potenziare la qualità dei servizi offerti agli utenti è necessario favorire al massimo l’evoluzione digitale delle aziende del comparto turismo.
Ragion per cui è necessario affidarsi a personale qualificato, preparato ad affrontare le nuove sfide tecnologiche. Il punto debole, ad oggi, è proprio questo.
Il quadro delineato dall’ISTAT è preoccupante: nelle aziende con più di dieci addetti, solo il 6,6% del personale può vantare competenze specifiche e certificate in Information and Communication Technologies (ICT).
Anche la carenza di formazione pesa molto su questo preoccupante gap tecnologico.
Solo il 24,7% delle imprese turistiche favorisce l’organizzazione di percorsi formativi finalizzati al miglioramento delle competenze tecnologiche dei propri addetti.
Cambiare passo investendo di più sulla formazione
Ecco dunque l’idea di trovare nuove vie e risorse per formare personale qualificato, al passo con i tempi.
In tal senso potrebbe giocare un ruolo di prim’ordine la formazione gratuita attraverso i fondi interprofessionali.
Uno strumento formidabile, ma non sempre sfruttato a dovere.
Ecco: le stesse imprese sono invitate a impegnarsi di più sul fronte della formazione continua.
Da sempre dipendenti e titolari di imprese nel settore turismo hanno a disposizione una vasta gamma di percorsi formativi dai quali attingere per migliorarsi.
Ma evidentemente – salvo le dovute e pur significative eccezioni – si preferisce non investire sulla formazione.
Ora più che mai è però fondamentale, se non decisivo, ricalibrare gli obiettivi.
Non si può andare avanti restando ancorati a schemi ormai superati.
Da ora in poi per restare competitivi sul mercato sarà vitale mettere in campo innovazione tecnologica e capacità di cogliere le opportunità sul fronte della transizione ecologica e sostenibile.
Lavoro più flessibile con il part time ciclico
Il nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro sembra spingere proprio verso l’innovazione.
Ma non si limita a questo. Viene infatti incontro alle esigenze delle aziende turistiche e della ristorazione adottando misure destinate a rendere più snelli e flessibili i rapporti di lavoro.
Lo fa cercando di conciliare al meglio le varie esigenze.
Da un lato infatti ci sono le necessità organizzative delle imprese (si pensi a quelle che lavorano solo in determinati periodi dell’anno).
Dall’altro il diritto del lavoratore a essere valorizzato al massimo. Oltre che a poter usufruire del tempo libero.
Tra le novità più rilevanti spicca l’avanzamento al sesto livello di minimo retributivo per il personale.
Non meno importante la possibilità di frazionare le ferie.
Ma forse uno dei passaggi più significativi è quello relativo all’introduzione del cosiddetto part time ciclico.
Prevede il calcolo delle ore su base annuale e non più giornaliera.
Venire incontro alle esigenze delle aziende stagionali
Significa che i lavoratori saranno realmente attivi solo per periodi dell’anno ben determinati. A seconda delle necessità dell’azienda.
Se ad esempio si lavora in un hotel di montagna, il monte ore annuale verrà presumibilmente concentrato sul periodo delle vacanze natalizie e delle settimane bianche.
E, in parte, nel periodo estivo o comunque quando si registrano flussi significativi.
In altre parole il lavoratore sarà impiegato a tempo pieno quando c’è più bisogno.
Mentre durante i periodi morti o di scarso afflusso turistico il lavoro sarà part time.
Una formula innovativa, sicuramente più flessibile. Ma che in ogni caso garantisce un inquadramento regolare sotto il profilo contrattuale.
In tal modo diventa più agevole valorizzare il personale.
Non lavora più a intermittenza, ma si sente parte integrante di un progetto per tutto l’anno.
Inoltre diventa anche più semplice organizzare la formazione professionale continua delle risorse umane.
Il lavoratore tutelato è più motivato
Per i firmatari della nuova intesa sul CCNL in questo modo si crea un valido punto d’incontro tra le esigenze dell’impresa e del lavoratore. Favorendo così un clima aziendale più sereno.
Tutti hanno da guadagnarne. Da un lato i lavoratori si sentono più tutelati, dall’altro l’impresa può contare su risorse umane più motivate.
E un dipendente motivato – è noto – diventa il vero valore aggiunto di un’impresa.
Lavora di più e meglio, con risultati che possono essere misurati anche in termini di ricavi.
Le prospettive del nuovo contratto di lavoro sono dunque incoraggianti.
Resta ora da vedere se, alla prova dei fatti, i buoni propositi enunciati producano davvero i risultati sperati.
Più formazione per vincere la sfida dell’innovazione e della sostenibilità
Certo è che da ora in poi la formazione continua dovrà giocare un ruolo da protagonista.
Gli imprenditori del turismo devo metterselo bene in testa, una volta per tutte.
Solo così possono potranno essere risollevate le sorti delle imprese del settore.
Senza un’adeguata preparazione del personale sul fronte dell’innovazione tecnologica e della sostenibilità il sistema
Italia difficilmente riuscirà a vincere la sfida della competitività sul mercato globale.
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