Turismo enogastronomico e professioni del vino: l’enologo
Con un fatturato di 13,7 miliardi di euro, la filiera del vino è un settore in continua crescita che dà lavoro a un milione e duecentomila persone. Sparse per la Penisola ci sono duecentocinquanta mila aziende agricole che offrono lavoro senza contare che la filiera tocca diciotto settori produttivi che comprendono imbottigliatori, distributori, venditori e sommelier. Il settore impiega solo in Veneto 210.000 addetti, di cui 50.000 sono giovani. Neo diplomati o laureati nel settore enologico dopo tre mesi trovano lavoro nel 61% dei casi, tra i 3 mesi e i 12 nel 29% dei casi.
La crescita maggiore è legata al turismo enogastronomico, che pur essendo un fenomeno relativamente recente è tra i segmenti più promettenti del mercato turistico italiano ed internazionale. La situazione del turismo rurale ed enogastronomico appare variegata e complessa, ma anche dinamica e ricca di implicazioni sul piano sociale, culturale ed economico. L’evoluzione delle motivazioni di viaggio spingono i turisti alla ricerca di relax e di destinazioni sostenibili, alla ricerca di “cose differenti”, intesa come scoperta di prodotti locali e di processi di produzione, di interazione e comunicazione con altre persone e culture locali.
Identikit del turista enogastronomico
Di solito, il turista enogastronomico, è una persona di età compresa fra i 26 e 45 anni, di buona posizione economica e professionale, con un livello culturale medio-alto e con una buona capacità di spesa. Il turista de vino è teso al divertimento ma anche alla ricerca di introspezione, alla voglia di sperimentare e alla ricerca di esperienze personali, autentiche e coinvolgenti.
Si tratta della curiosità di chi fa dell’interesse al vino un’esperienza culturale prima ancora che sensoriale. Così negli ultimi dieci anni il pubblico del vino è diventato più esigente, sempre più interessato al territorio circostante in tutte le sue componenti, ambientali, artistiche e architettoniche, oltre che agli aspetti legati all’enogastronomia.
Di conseguenza la fase dell’accoglienza alla cantina deve essere caratterizzata da un’elevata professionalità e da un adeguato calore umano. Sono richieste competenze tecniche, una buona conoscenza dell’azienda, dei vini e dei prodotti da essa prodotti e del territorio ad essa circostante nonché l’uso di strumenti adeguati.
Sempre più spesso capita che la cantina cerchi di soddisfare una domanda diversificata proponendo in un’offerta integrata non solo l’accoglienza nei locali ma una serie di servizi sempre più qualificanti. Si va dalla ristorazione presente in azienda alla possibilità di offrire alloggio in camere. Molto apprezzata la presenza di servizi come un museo aziendale, la piscina e un’eventuale zona benessere. Così l’acquisto del vino diventa il ricordo di un’emozione che il turista vuole portare con sé una volta uscito dalla cantina.
Le figure professionali richieste
Il vino quindi, come settore dinamico e innovativo del Made in Italy, richiede figure professionali con competenze articolate ed in evoluzione, che vanno dal turismo al marketing, dalla formazione al benessere. Dall’indotto nascono così grandi opportunità professionali, una di queste è la figura professionale dell’enologo.
Colui che cura ogni operazione, sovraintendendo e determinando quanto serve a garantire, sia pure nei diversi livelli produttivi e nelle diverse fasce di consumo, la qualità del prodotto è l’enologo. Per gli enologi, il corso honorum è l’istituto tecnico-professionale agrario, poi perfezionato all’Università.
È un professionista tecnicamente e scientificamente preparato che segue ogni fase di sviluppo del vino, dalla coltivazione della vite alla raccolta dell’uva, dalla vinificazione all’imbottigliamento. Fu durante il Congresso dell’Organisation Internationale de la Vigne et du Vin (OIV) del 1994 che gli enologi furono indicati come “persone altamente qualificate che, in conformità alle proprie conoscenze scientifiche e tecniche, sono capaci di svolgere, nel rispetto delle buone e legali pratiche, funzioni di capitale importanza per il settore vitivinicolo”.
La sua professionalità si sviluppa principalmente nella responsabilità e nella gestione di complessi enologici, con grandi ricadute anche sulla salubrità e genuinità del vino e pertanto verso i consumatori. Questo comporta tra i suoi compiti: analisi organolettiche, problemi dei vitigni, macchinari adatti, analisi di laboratorio, lavoro di team sulla produzione e attività di commercializzazione.
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